Bologna - Dagli amministratori agli animali, dall’assemblea condominialie al conto corrente comune, al riscaldamento. Da giugno, la riforma del condominio è entra in vigore e, dopo l’estate e un primo periodi di assestamento, è in questi mesi che operativamente sta iniziando a modificare le abitudini nella vita quotidiana di milioni di italiani.

Alcune delle principali novità riguardano l’amministratore, figura centrale nella gestione. Prima di tutto sarà obbligatorio averlo quando ci sono più di otto condomini. Dal punto di vista professionale, inoltre, dovrà avere un diploma di scuola superiore e aver frequentato un corso di formazione specifica, salvo che non svolga il ‘mestiere’ da almeno un anno. L’amministratore, che non dovrà avere precedenti penali per reati contro il patrimonio, ha adesso precisi obblighi di trasparenza sulla gestione finanziaria — deve esserci un conto corrente condominiale e ogni condomino deve avere la possibilità di verificare i conti in ogni momento — e nuove e pesanti responsabilità. Ad esempio, in caso gravi irregolarità, anche un solo condomino potrà chiedere la convocazione dell’assemblea per chiedere la revoca del suo mandato. Ancora, se deciso dall’assemblea, l’amministratore dovrà avere una polizza rc professionale, senza contare che, nei confronti dei condomini morososi, dopo sei mesi dal rendiconto in cui risulta la morosità, l’amministrazione ha l’obbligo di richiedere il decreto ingiuntivo.

La riforma ha rivisto diverse regole dell’assembea. Prima di tutto cambiano i quorum per la sua validità e per le delibere. Entrando nei dettagli, viene limitato l’uso eccessivo della delega: se i condomini sono più di 20, un singolo partecipante all’assemblea non può rappresentare più di 1/5 dei condomini e 1/5 dei millesimi. Per la costituzione dell’assemblea in prima convocazione, invece, occorre il 50% più 1 dei condomini e il 2/3 dei millesimi; per la seconda convocazione, che è quella effettiva, 1/3 dei condomini e 1/3 dei millesimi; per le delibere occorre il 50% più 1 dei partecipanti e 1/3 dei millesimi. Nasce, poi, il consiglio di condominio che può essere nominato se un condominio ha più di 11 unità immobiliare. Deve avere tre membri e ha funzioni consultive e di controllo sull’operato dell’amministratore.


Altre modifiche toccano, ad esempio, la manutenzione straordinaria. Per le opere di questo tipo il condominio deve costituire un fondo speciale di importo pari all’ammontare dei lavori. Ancora, sarà possibile modificare le destinazioni d’uso dei beni comuni — come il cortile — con una maggioranza speciale (occorre l’80% di condomini e di millesimi), mentre chi si vuole staccare dall’impianto centralizzato di riscaldamento potrà farlo senza dover attendere il benestare dell’assemblea, a patto però di continuare a pagare la manutenzione straordinaria dell’impianto condominiale.


C'è una modifica che farà felice gli amanti di cani e gatti: è infatti vietato impedire con il regolamento condominiale la presenza di animali domestici nelle abitazioni.

Più rigore, infine, contro chi sgarra. Contro chi arreca danni o disturba, e quindi viola il regolamento condominiale, la sanzione prevista è stata aggiornata: da 0,052 euro (le vecchie 100 lire) a 200 euro. E in caso di recidiva si arriva a 800 euro.

 

di Matteo Naccari

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