Bologna - Una badante al servizio di tutto il condominio. Con robusti risparmi per ogni condomino. E’ un progetto che vede impegnata l’Asppi (l’associazione sindacale piccoli proprietari immobiliari) di Bologna ma che, come spiega il direttore Amedeo Pangrazi, può essere esportato ovunque in Italia. Anche e grazie alla spinta all’innovazione che arriva dalla riforma del condominio.

«Nella riforma — spiega Pangrazi — non ci sono specifici riferimenti a iniziative come queste, ma lo spirito delle nuove norme è quello di spingere verso l’innovazione. La formazione obbligatoria degli amministratori, ad esempio, è uno stimolo a lanciare iniziative innovative e mai messe in campo prima. Il progetto della badante di condominio va in questa direzione».

La proposta è semplice. Tramite l’amministrazione di condominio o la società che amministra lo stabile — l’Asppi è specializzata in questo — ogni condominio che ha bisogno di un’assistenza dedicata a un anziano può, invece che assumere una propria badante, condividerla con i vicini. «E’ chiaro — riprende Pangrazi — che occorre una organizzazione perfetta, con orari di assistenza definiti, e delle professioniste qualificate, in grado di offrire diversi tipi di servizi. Il tutto calibrato sul numero di persone che hanno bisogno di personale di cura dedicato. I vantaggi, comunque, sarebbero davvero tanti. Basti pensare che spesso, per la cura a domicilio, non si ha bisogno di una persona dedicata per tutta la giornata, ma di qualcuno disponibile solo per alcune ore. Potendo dividersi questi lavoratori non si è così costretti ad assumere una badante a tempo pieno».

Ecco che i risparmi sarebbero notevoli. «Una badante a tempo pieno — ragiona Pangrazi — può costare a una famiglia fino a 1.500, 1.600 euro al mese, lordi. Cifra nella quale sono compresi stipendio, contributi previdenziali e altri oneri. Con una badante di condominio, al servizio di più nuclei familiari, secondo i nostri calcoli si possono avere risparmi fino all’80% su questa cifra». Ovviamente dipende per quanto tempo serve l’assistenza dedicata. «Senza contare che iniziative come queste — osserva — sono utili anche per sconfiggere il lavoro nero».

«La badante in comune può essere solo un esempio, però ritengo che ci siano moltissimi spazi per offire prodotti e servizi al passo col tempo nei condomini», osserva ancora Pangrazi che aggiunge: «La riforma punta infatti ad avere amministratori preparati e aggiornati che possano mettere in campo idee per migliorare la vita quotidiana delle famiglie. La badante in comune, come accennato, se organizzata a dovere, non toglie nulla alla qualità del servizio, anzi lo specializza a seconda delle esigenze. Consentendo appunto — chiude — di tenere sotto occhio il portafoglio e di contenere le spese».
 

di Matteo Naccari

 

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