Bologna - UNA delle caratteristiche della riforma del condominio è quella di spingere verso l’innovazione, utilizzando anche le nuove tecnologie per rendere più semplice la vita quotidiana delle famiglie. Tra le novità della riforma (legge 11 dicembre 2012, n. 220 art. 25) c’è la possibilità da parte dei condomini, dopo un voto in assemblea, di chiedere all’amministratore di attivare un sito internet condominiale. Deve essere aggiornato ogni mese, salvo decisioni diverse da parte del ‘parlamentino’ condominiale, e ogni condomino deve poter accedere alle pagine web attraverso una parola chiave o password per consultare ed estrarre copia in formato digitale di atti e rendiconti mensili. Tutte le spese per l’attivazione e la gestione del sito internet sono a carico dei condomini.

«IL SITO internet — spiega Amedeo Pangrazi, direttore dell’Asppi (l’associazione sindacale piccoli proprietari immobiliari) di Bologna — è uno strumento utilissimo per garantire la trasparenza all’interno del condominio. Praticamente, oggi, tutta la popolazione ha un accesso diretto al web, oppure un parente o un amico che può connettersi a internet. Quindi era logico introdurre questa innovazione, codificandola, nel panorama dei condomini». La riforma dà alcune indicazioni su come utilizzare le pagine virtuale, però le scelte su come sviluppare il sito sono praticamente infinite.

«Prima di tutto — riprende Pangrazi — sul sito saranno consultabili i verbali delle assemblee e i vari rendiconti delle spese. E tutti potranno conoscere la situazione in tempo reale quando lo vorranno, rendendo disponibili bilanci, fatture e così via. Già questo è un risparmio notevole, basta pensare alle fotocopie che servono soltanto per inviare a tutti i verbali delle varie riunioni. Ancora, si può decidere se convocare le assemblee solo attraverso il sito oppure di creare pagine, una sorta di social network, dove permettere ai condomini di scambiarsi opinioni o di dialogare fra loro sui vari problemi e pure con l’amministratore di condominio».

MA I COSTI? «E’ vero — osserva il direttore dell’Asppi di Bologna — il sito internet va pagato dai condomini, ma oggi sono sempre più diffuse societa specializzate disposte a crearlo e gestirlo gratuitamente. In cambio chiedono spazi dove poter pubblicare pubblicità a pagamento. E’ un business in crescita: poter coprire con spot diversi siti condominiali significa raggiungere migliaia di persone».

Matteo Naccari

 

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