Bologna - Vale davvero la pena trascinare in tribunale il vicino rumoroso? Oppure la ditta che ha sbagliato il preventivo dei lavori e ha dovuto rivedere il costo dell’intervento all’insù? Almeno a giudicare dai tempi dei processi civili sembra proprio di no. I dati più recenti in materia sono quelli snocciolati dall’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico che conta, tra i suoi 34 paesi membri, tutte le principali economie del pianeta.

Ebbene, secondo l’organizzazione, nel 2010, la durata media dei procedimenti civili nel Belpaese è stata di otto anni per tutti e tre i gradi di giudizio. Tradotto: quasi 3.000 giorni per avere riconosciute in modo definitivo e inappellabile le proprie ragioni. Nell’area Ocse, invece — i sistemi giudiziari presi in considerazione nell’analisi sono stati ventiquattro — la media è stata di 788 giorni (ovvero poco più di due anni), con la Svizzera che ha fatto meglio di tutti, fermandosi a 368 giorni, praticamente un anno.

COSA SIGNIFICA tutto ciò? Che quando in Italia si decide di risolvere i contenziosi condominiali davanti a un giudice bisogna armarsi di santa, e tanta, pazienza. Per arrivare a una sentenza di primo grado in Italia si devono aspettare quasi due anni (564 giorni), contro i 240 giorni di media registrati nell’area Ocse e i tre mesi e spiccioli del Giappone (107 giorni). Meglio di noi, tanto per far capire come siamo messi, fanno anche Slovenia e Portogallo, con 420 giorni ciascuno.

PENSARE che nel Centro-Nord dell’Italia vada meglio che nel resto del Paese è poi un’illusione. A Bologna una sentenza definitiva — che è cioè passata per tutti e tre i gradi di giudizio — si fa attendere in media 3.811 giorni, ovvero dieci anni e mezzo. Fa un po’ meglio Ancona, dove invece i giorni di attesa sono solo — si fa per dire — 3.539, ovvero nove anni e mezzo. Per avere tempi più rapidi, ma comunque ben al di sopra del resto dell’Occidente, bisognerebbe andare a Trento (2.476 giorni, poco meno di sette anni) o a Torino (2.609 giorni d’attesa, sette anni).

NUMERI che, automaticamente, se ne portano dietro altri, quelli relativi ai costi. Processi più lunghi, sottolinea l’Ocse, coincidono con spese giudiziare di qualsiasi tipo — dalla parcella dell’avvocato alle varie marche da bollo — inevitabilmente più alti.


Anche per questo ora il governo ha deciso di introdurre l’obbligatorietà della mediazione prima di finire in tribunale.

 

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