di Sofia Nardi Nel 2011, in occasione dei 50 anni della vittoria al Giro d’Italia, il regista forlivese Riccardo Salvetti girò un documentario che vedeva protagonista apppunto Arnaldo Pambianco, film proiettato in Comune in occasione delle celebrazioni per ricordare l’evento storico. Il titolo è ‘Gabanì - Due volte campione’ e per dieci giorni sarà disponibile gratuitamente n streaming collegandosi link https:vimeo. com54182708. Salvetti, qual è stata la doppia vittoria di Pambianco? "Una, quella forse più ovvia, è la vittoria al Giro d’Italia. L’altra, altrettanto chiara per chi l’ha conosciuto, è stato il matrimonio con Fabiola, celebrato nel 1961. Quando ci incontrammo per le interviste la prima cosa che emerse fu proprio quella: il legame inscalfibile con la moglie". Il matrimonio, tra l’altro, avvenne proprio grazie alla vittoria al Giro. "Sì, perché Arnaldo aveva promesso a Fabiola che, se avesse vinto qualche soldo grazie alla gara, si sarebbero subito sposati. Ma, secondo me, è vero anche il contrario: lui arrivò primo anche grazie alla forza speciale che gli aveva dato quel patto e alla voglia di coronare il suo sogno, un sogno di ragazzo giovane e con pochi mezzi, innamoratissimo della sua ragazza". Un amore che ha resistito indenne allo scorrere del tempo. "Dopo sessant’anni erano ancora complici e uniti più che mai, tant’è che nel documentario Fabiola è coprotagonista, anche se all’inizio non era previsto. La sua figura è fondamentale e la loro storia è davvero da film, per come è nata e per come è poi proseguita negli anni". Come ricorda Fabiola? "Anche lei, come Arnaldo, era una persona eccezionale: una grande donna non dietro, ma al fianco di un grande uomo: solare, sorridente ed energica". Com’era, invece, il Pambianco che ha conosciuto? "Un uomo dal carattere forte, fortissimo. Un romagnolo doc, ospitale, sanguigno e con i piedi sempre ben piantati per terra". Dopo l’uscita del documentario avete continuato a tenervi in contatto? "Sì, all’inizio assiduamente. Ci siamo anche incontrati per mangiare insieme. Poi, come talvolta capita, ci siamo un po’ persi di vista. Sono andato, però al funerale di Fabiola, lo scorso marzo, non solo per solidarietà nei confronti di Arnaldo, ma anche per salutare la Fabiola che io stesso avevo conosciuto e apprezzato. In quell’occasione avevo visto Arnaldo seriamente provato dal venire meno di quella che è stata la colonna portante della sua vita. Le loro esistenze erano così tanto intrecciate da essere indissolubili".

Cronaca

di Sofia Nardi
Nel 2011, in occasione dei 50 anni della vittoria al Giro d’Italia, il regista forlivese Riccardo Salvetti girò un documentario che vedeva protagonista apppunto Arnaldo Pambianco, film proiettato in Comune in occasione delle celebrazioni per ricordare l’evento storico. Il titolo è ‘Gabanì - Due volte campione’ e per dieci giorni sarà disponibile gratuitamente n streaming collegandosi link https:vimeo. com54182708.
Salvetti, qual è stata la doppia vittoria di Pambianco?
"Una, quella forse più ovvia, è la vittoria al Giro d’Italia. L’altra, altrettanto chiara per chi l’ha conosciuto, è stato il matrimonio con Fabiola, celebrato nel 1961. Quando ci incontrammo per le interviste la prima cosa che emerse fu proprio quella: il legame inscalfibile con la moglie".
Il matrimonio, tra l’altro, avvenne proprio grazie alla vittoria al Giro.
"Sì, perché Arnaldo aveva promesso a Fabiola che, se avesse vinto qualche soldo grazie alla gara, si sarebbero subito sposati. Ma, secondo me, è vero anche il contrario: lui arrivò primo anche grazie alla forza speciale che gli aveva dato quel patto e alla voglia di coronare il suo sogno, un sogno di ragazzo giovane e con pochi mezzi, innamoratissimo della sua ragazza".
Un amore che ha resistito indenne allo scorrere del tempo.
"Dopo sessant’anni erano ancora complici e uniti più che mai, tant’è che nel documentario Fabiola è coprotagonista, anche se all’inizio non era previsto. La sua figura è fondamentale e la loro storia è davvero da film, per come è nata e per come è poi proseguita negli anni".
Come ricorda Fabiola?
"Anche lei, come Arnaldo, era una persona eccezionale: una grande donna non dietro, ma al fianco di un grande uomo: solare, sorridente ed energica".
Com’era, invece, il Pambianco che ha conosciuto?
"Un uomo dal carattere forte, fortissimo. Un romagnolo doc, ospitale, sanguigno e con i piedi sempre ben piantati per terra".
Dopo l’uscita del documentario avete continuato a tenervi in contatto?
"Sì, all’inizio assiduamente. Ci siamo anche incontrati per mangiare insieme. Poi, come talvolta capita, ci siamo un po’ persi di vista. Sono andato, però al funerale di Fabiola, lo scorso marzo, non solo per solidarietà nei confronti di Arnaldo, ma anche per salutare la Fabiola che io stesso avevo conosciuto e apprezzato. In quell’occasione avevo visto Arnaldo seriamente provato dal venire meno di quella che è stata la colonna portante della sua vita. Le loro esistenze erano così tanto intrecciate da essere indissolubili".

"Nella realtà come nel film  Uomo forte e sanguigno"    

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