Nei primi sei mesi del 2022 Hera ha conseguito un utile netto pari a 201,7 milioni, mentre le entrate raddoppiano passando da 4,17 miliardi al 30 giugno 2021 agli 8,9 miliardi del giugno 2022, con un aumento del 112,8 %. Questo aumento deriva, lo dichiara la stessa holding, dai rincari dell’energia. Hera è stata improvvidamente trasformata in società per azioni e la sua finalità è il profitto e la creazione di dividendi da ripartire fra gli azionisti, tra i quali tutti i comuni della Romagna e molti dell’Emilia. È in mano alla società per azioni la decisione degli investimenti e non ci pare che siano stati privilegiati settori cruciali per la nostra vita: le reti idriche che continuano a perdere grandi quantità di acqua e i sistemi di depurazione. Hera ha speso importanti risorse per il cambio dei contatori, evidentemente per lei più interessanti del miglioramento tecnologico dei depuratori. Visto che la misurazione puntuale dei consumi sarebbe utile al risparmio e per la verifica delle perdite, perché questi dati non sono quotidianamente inseriti sulle app per smartphone a disposizione dei cittadini, per evitare sorprese e controllare meglio i consumi? Il vantaggio della tecnologia dovrebbe essere condiviso anche con i cittadini, non limitato all’automazione delle fatturazioni. Chiediamo ai sindaci di fare sentire la loro voce e anche il peso delle loro quote azionarie e chiediamo che i profitti vengano restituiti a famiglie e imprese, per dare loro modo di superare questo drammatico periodo storico. Bisogna inoltre che vengano privilegiati, coi prossimi investimenti, la riqualificazione del sistema di depurazione insieme con la sostituzione delle reti acquedottistiche obsolete. Cristina Mengozzi e Alessandro Ronchi, coportavoce Europa Verde Forlì-Cesena