Un pianeta sommerso dalle acque, i superstiti che trovano riparo su un gruppo di isole. All’improvviso la comparsa di una giovane sopravvissuta a una missione spaziale, la vera protagonista di ’Manu e l’isola degli Unici’, primo romanzo (edito da Pluriversum) dell’archeologo forlivese Stefano Mini. Il libro ha raccolto attenzioni all’ultimo Salone del Libro di Torino, quando lo stesso Mini ha curato la presentazione della sua storia. "L’idea è nata dal fatto che conosco una donna, Manuela, che mi ha ispirato il personaggio – dice il 46enne autore – . Ho preso alcuni aspetti della vita di questa persona, le sue facoltà particolari come la connessione con alcuni elementi naturali, e li ho inseriti nella trama". La vicenda ci immerge in uno scenario post apocalittico, dopo che gli umani, a seguito delle proprie azioni scellerate, hanno perso quasi tutto. "Il genere è quello – conferma Mini – ma ho puntato più sulla fantascienza che sul fantasy. Per evitare errori e inesattezze mi sono documentato molto, per esempio sul funzionamento di un’astronave. E ho letto i diari di Samantha Cristoforetti per capire cosa si prova a stare a lungo nello spazio dentro una stazione orbitale". Colpisce però anche un’altra dimensione, nelle quasi 300 pagine della storia: quella spirituale. "Infatti sono una persona molto spirituale e nel libro c’è abbastanza anche di me e delle mie passioni, per esempio l’archeologia o la passione per la natura e gli animali – continua l’autore – . Anche per questo non ho voluto intenzionalmente scrivere una vicenda senza speranza, come per esempio accade in un romanzo pur bellissimo del ’dopo bomba’, La Strada di Cormac McCarthy". L’avvento di Manu e delle sue facoltà avvierà un nuovo, sorprendente percorso evolutivo, che coinvolge esseri umani e animali, la materia e lo spirito. Mini ha fatto parte di alcune compagnie teatrali amatoriali forlivesi e lavora in una cooperativa privata che opera in campo archeologico in varie regioni italiane. Non si fermerà qui la sua produzione letteraria. "Sì, ho altre idee per sviluppare un secondo romanzo, restando, credo, sullo stesso genere". fa. gav.