Sbloccare gli impedimenti burocratici per salvare la stagione nelle campagne. Il grave problema della carenza di manodopera che sta interessando non solo la Romagna ma tutta l’Italia è stato al centro di un incontro fra le organizzazioni datoriali e l’ex premier Mario Draghi. "Occorre superare al più presto i vincoli burocratici che rallentano l’assunzione dei lavoratori stagionali per salvare i raccolti sopravvissuti alla siccità con l’avvio delle principali campagne di raccolta dalla frutta alla verdura, dalle olive alla vendemmia – sostiene la Coldiretti – . Il rischio è di far pagare alle famiglie un ulteriore aumento dei prezzi degli alimenti e di generare uno spreco di cibo intollerabile in questo momento". Per aiutare le famiglie, secondo l’organizzazione del mondo agricolo, è strategico il taglio del costo del lavoro girando la cifra direttamente in busta paga ai dipendenti che avrebbero così maggiore capacità di spesa. A livello nazionale, in agricoltura appena 10 mila lavoratori stagionali sui 42 mila previsti dal decreto flussi 2021 hanno iniziato a lavorare nelle campagne dove i prodotti agricoli salvati dal caldo e dalla siccità rischiano di rimanere in campo per la mancanza di lavoratori impegnati a raccoglierli. "Si tratta di assicurare i nulla osta soprattutto di lavoratori dipendenti a tempo determinato che arrivano dall’estero e che ogni anno attraversano il confine per un lavoro stagionale per poi tornare nel proprio Paese – conclude Coldiretti – , spesso stabilendo delle durature relazioni professionali oltre che di amicizia con gli imprenditori agricoli. Bisogna introdurre un contratto di lavoro occasionale per consentire anche ai percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani di poter collaborare temporaneamente alle attività nei campi".